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Cultura e spettacolo

Scatto simbolo della tragedia siriana vince il Sipa 2021

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SIENA– Uno scatto simbolo delle t5ragedie del conflitto in Siria vince, tra decine di migliaia di immagini inviate da fotografi di 163 Paesi, il Siena international photo awards (Sipa) 2021.

“Quella foto è arrivata al mondo”: lo ha detto la mamma di Mustafa, un bambino siriano di 5 anni nato senza braccia e gambe, immortalato sorridente con il padre, mutilato di una gamba, in uno scatto simbolo delle tragedie del conflitto in Siria.

La malformazione del figlio è conseguenza dell’assunzione di farmaci da parte della madre, colpita da gas nervino.

L’immagine di Aslan arriva dal distretto di Reyhanli, nella provincia turca di Hatay situata al confine con la Siria. Ritrae un uomo senza una gamba, persa a causa di una bomba, mentre prende in braccio il figlio nato senza arti inferiori e superiori a seguito di una malformazione provocata dall’assunzione di farmaci da parte della madre colpita, durante la guerra, anche dal gas nervino.

“E’ doloroso dover ancora una volta commentare una foto su una tragedia che non è finita: la guerra in Siria. Quello scatto sta facendo il giro del mondo, ma speriamo di non trovarci di fronte all’ennesima prova di indignazione a intermittenza. Come quella drammatica di Aylan, speriamo che questa foto svegli le coscienze dei leader mondiali”. Lo ha detto Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia commentando lo scatto.

Il dramma nel dramma sono i bambini con gravi disabilità, che rappresentano la parte più debole nei conflitti“, aggiunge Iacomini.  

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Attualità

La Rai programma una puntata speciale sui Campi Flegrei

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Sabato 25 maggio, alle 21:45 su Rai 3, andrà in onda il programma di divulgazione scientifica “Sapiens – Un solo Pianeta” condotto da Mario Tozzi. Sarà una puntata speciale che analizzerà – in lungo e in largo – la crisi bradisismica che sta colpendo i Campi Flegrei e dintorni.

Un’ottima occasione per saperne di più. Un modo per ricevere una chiave di lettura scientifica e non allarmistica.

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Attualità

Ufficiale: Carlo Conti alla guida del Festival di Sanremo

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Carlo Conti sarà il nuovo direttore artistico e conduttore del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, per il prossimo biennio.
Amadeus gli cede, così, il timone della kermesse nostrana.
Una decisione unanime dei vertici aziendali Rai.

“Per il conduttore non si tratta di un semplice ritorno al Festival ma di una nuova sfida che,
come obiettivo, ha quello di continuare a promuovere e valorizzare le nuove tendenze, cosi come fece nelle tre edizioni di successo, dal 2015 al 2017″,
sottolinea in una nota viale Mazzini.

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Caivano

CAIVANO. Il Teatro “Caivano Arte” sarà sostituito da un auditorium di 500 posti. I caivanesi bocciano la visione di Ciciliano

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CAIVANOCiciliano finora tutto bene ma non benissimo. La riqualificazione di Caivano procede spedita, le aree degradate e abbandonate, grazie al ruolo di Commissario Straordinario, alla deroga al Codice Appalti di cui si gode e alla cospicua disponibilità di denaro messo a disposizione del Governo, vengono via via riqualificate e restituite alla collettività.

Ma sento il dovere, in quanto cronista e cittadino caivanese, descrivere il mio disappunto sulla scelta di cambio di destinazione d’uso del Teatro Comunale “Caivano Arte”.

Abolire un Teatro, per far spazio ad un auditorium con annesse sale multimediali, polo museale e arena – quest’ultima tra l’altro già esistente – è un vero e proprio sfregio all’identità culturale di una comunità.

“Caivano Arte”, sin dai tempi della sua nascita ha rappresentato l’orgoglio culturale della cittadina gialloverde, le tavole del suo palco sono state calcate da artisti come Eric Johnson – Chitarrista e cantante compositore e polistrumentista statunitense – Jodorowski, Toni Servillo, Lina Sastri, Morgan dei Blue Vertigo, i 99 Posse, Ashram – gruppo musicale italiano formatosi a Napoli, appartenente alla corrente stilistica della darkwave neoclassica – Francesco Paolontoni, Carlo Buccirosso, Federico Salvatore, Biagio Izzo, Sal Da Vinci e le operette con Dianora Marangoni per quanto riguarda la danza: Alessandra Celentano, Rossella Brescia, Stefano Forti, Fabio Molfesi, Anna Razzi dell’Accademia del San Carlo, I ballerini del Bolshoi di Mosca con Graziella Di Rauso, Laboratori di Teatro tra le tante Teresa Del Vecchio, Nunzia Schiano, Fortunato Angelini e Luca Yurman.

Ho preferito riportare solo qualche artista, giusto per far capire a chi di questa collettività si è fatto un’idea totalmente sbagliata, confrontandosi solo con chi ha preferito affibbiare a questo territorio solo l’etichetta criminale per ottenere propri benefici e privilegi, quali siano state le potenzialità e il livello culturale espresso da questa comunità.

Quindi con la concezione di un territorio degradato, fatto solo di droga, spaccio, pizzo, camorra e malapolitica si è pensato bene di sostituire “Caivano Arte” con un auditorium di 500 posti a fronte dei 750 di cui disponeva il vecchio teatro, oramai abbattuto, per una copiosa perdita idrica.

Noi di Minformo abbiamo interpellato alcuni operatori del settore per sapere cosa potesse offrire un auditorium di 500 posti e tutti hanno dato le stesse risposte.

Organizzare una produzione di entità rilevante, uguale a quelle già citate e viste a Caivano, sarà impossibile, poiché il costo di un normale biglietto, se non raddoppiato, non consentirebbe neanche di coprire i costi della produzione stessa. Al contrario, con l’aumento del costo del biglietto si rischia di ottenere un flop poiché nessuno si sognerebbe di venire a Teatro in periferia, in una struttura piccola e pagare il doppio per vedere un artista che in città viene offerto alla metà del prezzo.

Abbattere il “Caivano Arte” per lasciare spazio ad un piccolo auditorium è stato una scelta, a mio parere, a dir poco incauta, dato che si rischia di aver realizzato un’ulteriore struttura che da qui a poco, non suscitando interesse da parte di nessun gestore, potrebbe risultare di nuovo abbandonata a sé stessa.

La visione giusta, per una giusta riqualificazione di un territorio come Caivano, sarebbe stata quella di rilanciare l’offerta culturale raddoppiandola. Creare un Teatro da 1000 e più posti e prendere per la “gola” i più importanti impresari campani ma ovviamente, una visione del genere, la può avere solo chi conosce ed è innamorato del proprio territorio.

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